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TICINOLorenzo Quadri: "Mercato del lavoro in tilt"

30.03.11 - 09:44
Per il leghista candidato al Gran Consiglio e Consiglio di Stato l'unico rimedio al problema lavoro e frontalieri sono i contingenti
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Lorenzo Quadri: "Mercato del lavoro in tilt"
Per il leghista candidato al Gran Consiglio e Consiglio di Stato l'unico rimedio al problema lavoro e frontalieri sono i contingenti

LUGANO - "Adesso che mancano poche settimane alle elezioni, ecco che i partiti storici improvvisamente si accorgono che in Ticino esiste un problema frontalieri". Secondo Lorenzo Quadri, candidato leghista al Gran Consiglio e al Consiglio di Stato il problema sarebbe peraltro causato dagli stessi partiti storici, "quelli che hanno votato e fatto votare gli Accordi bilaterali".

Frontalieri - "Non è normale che da un lato vi siano 20mila ticinesi che non trovano un’occupazione - spiega Quadri - e dall’altro 50mila frontalieri. Cifra, questa, in continua crescita e specialmente negli uffici e nelle banche. Per non parlare delle agenzie di lavoro interinali le quali assumono persone con una formazione (o senza formazione) per poi far loro svolgere lavori di tutt’altro genere". Agenzie che, secondo il municipale, farebbero eseguire lavori che richiedono pregressa esperienza, con paghe da dumping, a persone che quell'esperienza non ce l'hanno.

Padroncini - Non solo di frontalieri, Quadri parla anche del problema padroncini: "Le notifiche di lavoro temporaneo nel 2010 sarebbero state addirittura 16'700; fino ad un paio di anni fa erano la metà! Un’invasione che è perfettamente visibile ad occhio nudo e senza tanti studi dell’IRE. Basta guardarsi in giro. Il numero delle gru, dei cantieri, è raddoppiato ma quello degli addetti all’edilizia no. Questo significa che a lavorare sono i famosi padroncini italiani (ma non solo) i quali non pagano né tasse né oneri sociali".

Contingenti - Per il leghista, per il particolare problema c’è un solo rimedio, i contingenti: "Il nuovo Consiglio di Stato - conclude Quadri -, che uscirà dalle urne tra poche settimane, dovrà dunque pretendere da Berna l’introduzione di misure di salvaguardia, come appunto i contingenti, perché è evidente che sono in atto delle turbative sul mercato del lavoro ticinese. Del resto se perfino un alto funzionario del DFE (dipartimento poco sospetto di leghismo) come il capo della Sezione del Lavoro Sergio Montorfani ha dichiarato pubblicamente che i 3000 posti di lavoro creati nel 2010 in Ticino sono andati tutti ai frontalieri, qualcosa vorrà pur dire".

Foto (archivio) Ti-Press

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