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TICINORenza De Dea: "I Partiti devono stare fuori dalla porta del Consiglio di Stato"

28.03.11 - 19:29
La serie è quella delle interviste di Ticinonline ai candidati al Consiglio di Stato, per le prossime elezioni cantonali. Questa sera tocca a Renza De Dea, candidata per la Forza Civica
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Renza De Dea: "I Partiti devono stare fuori dalla porta del Consiglio di Stato"
La serie è quella delle interviste di Ticinonline ai candidati al Consiglio di Stato, per le prossime elezioni cantonali. Questa sera tocca a Renza De Dea, candidata per la Forza Civica

Qual è il dossier più importante che secondo lei dovrebbe essere affrontato qualora venisse eletto Consigliere di Stato? Quale dipartimento sceglierebbe se fosse (ri)eletta al Consiglio di Stato?

Il “preludio” all’esame del “dossier più importante” è necessariamente l’organizzazione del lavoro fra i 5 Consiglieri di Stato eletti che dovranno fissare un modus operandi per la legislatura, avendo cura di evitare di creare compartimenti stagni. La prima frase che direi ai miei eventuali Colleghi è: “I Partiti devono stare fuori dalla porta del Consiglio di Stato. Usiamo la nostra competenza, unitamente al nostro buon senso e alla nostra buona volontà”.
Sono pronta ad assumere qualsiasi dipartimento: l’attribuzione dovrà essere fatta sulla base delle competenze degli eletti.

Cosa ne pensa di questa frase: "Un giovane con meno di 30 anni disoccupato è la più grande sconfitta di uno Stato".
Condivido pienamente. Per arginare la disoccupazione giovanile lo Stato deve pianificare la formazione adeguandola costantemente alle esigenze del mercato del lavoro.  Esempio: nei prossimi 5-10 anni un terzo degli insegnanti andrà in pensione e non avremo nuovi docenti a sufficienza perché non è stata pianificata la loro sostituzione. Dovremo quindi obbligatoriamente ricorrere a personale straniero, mentre abbiamo dei giovani disoccupati formati in altre professioni.

Lavoro e dumping salariale. Servono misure concrete. Quali secondo lei?
Una misura concreta è quella di fissare, per determinate professioni, il salario minimo. Una seconda misura concreta è quella di premiare con dei bonus le ditte che assumono personale domiciliato.

Sanità, quali misure intenderebbe promuovere per contenere l'aumento dei premi delle casse malati?
Per trovare il bandolo della matassa è indispensabile:
•    Imporre alle casse malati di aprire i libri contabili.
•    Chiarire perché certi medicamenti in Svizzera costino il doppio che nel resto d’Europa.
•    Pretendere che gli altri Cantoni non attingano alle nostre eccedenze.
•    Parallelamente va fatta un’analisi dei costi che ne deriverebbero allo Stato in caso di istituzione di una cassa malati pubblica che copra le cure obbligatorie.

Sottoceneri ricco, Sopraceneri che procede a fatica. Cosa fare per diminuire il divario?
Pur riconoscendo le capacità imprenditoriali dell’economia sottocenerina, non va dimenticato che il Sottoceneri è geograficamente posizionato vicino alla ricca Lombardia, con 10 milioni di abitanti che rappresentano un grosso potenziale economico. Evidentemente per colmare il divario, il Sopraceneri dovrebbe sfruttare a fondo le sue caratteristiche, alfine di incrementare il turismo, con interventi a tappeto. Per quanto mi concerne, l’immagine del Cantone non va però scissa dal punto di vista economico.

Negli ultimi anni si è messo in risalto il problema di un Cantone che sta invecchiando. Come intende affrontare la problematica?
Il problema è duplice: l’aumento del numero degli anziani e la diminuzione demografica. Dal punto di vista degli anziani, è necessario prevedere un adeguamento del numero delle infrastrutture destinate alla quarta età. Se il Cantone invecchia, significa però anche che sono carenti le nascite. Occorre quindi creare quelle premesse che permetterebbero alle giovani coppie di avere più figli: con una politica di maggior sostegno alla famiglia, sia sottoforma di assegni d’infanzia, sia con condizioni fiscali (e non solo) più interessanti. Il problema non riguarda unicamente il Ticino, bensì tutta la Svizzera. È quindi auspicabile una diversa politica a livello federale.

Ticino, criminalità e sicurezza. È davvero un problema reale?
Gli episodi delle ultime settimane dimostrano che “l’isola felice” va mantenuta tale e protetta. Il controllo alla frontiera va non solo mantenuto, bensì incrementato. La presenza della Polizia sul territorio va rafforzata.

Come giudica la chiusura al traffico del tunnel del San Gottardo per circa 900 giorni per permettere il risanamento della galleria?
Assolutamente impensabile isolare il Ticino dal resto della Svizzera.

Oggi si tende a una svolta eco-sostenibile. Su che piano mette la questione ambientale per il Ticino?
Il nostro territorio va sicuramente protetto da un punto di vista ambientale, con tutti i mezzi. Non condivido però posizioni estreme, esasperate e a oltranza.

Uno dei temi caldi della campagna elettorale è quello dei frontalieri? Prevede suoi interventi in CdS?
I problemi denunciati relativi ai frontalieri sono due:
•    La mobilità: è indispensabile provvedere affinché i frontalieri si spostino da e per il posto di lavoro con mezzi pubblici, riducendo così le interminabili colonne nelle zone di frontiera.
•    I posti di quei lavori che i Ticinesi non farebbero, sono un falso problema. Per gli altri posti di lavoro, occorre prevedere degli incentivi alle aziende che assumono personale domiciliato.

Voto agli stranieri? Sì o no? E perchè?
Voto agli stranieri no, perché se sono ancora stranieri significa che non si sono integrati e quindi non hanno la capacità di valutare le problematiche locali. Gli stranieri, se vogliono votare, hanno la possibilità di diventare Svizzeri.

Di cosa necessita il cantone oggi?
Il nostro Cantone necessita oggi prima di tutto un incremento del senso di responsabilità collettiva. Stiamo vivendo l’epoca del “fast”, che se da un lato porta dei vantaggi tecnologici, dall’altro, inevitabilmente, porta alla superficialità. Questo modo di vivere si concretizza, purtroppo negativamente, in gesti di estrema impazienza e intolleranza. La perdita di valori culturali e morali cui assistiamo rende necessario un intervento soprattutto a livello educativo a partire dalla prima infanzia.

Quali sono i mali del Canton Ticino?
Il male del Ticino è la mancanza di competitività causata dalla limitata capacità di produrre una crescita economica. Ne consegue un sentimento di malessere interno che riflette un’immagine indebolita  verso l’esterno. Il Ticino purtroppo è frenato dalle antiche regole che vigono ancora oggi per la ripartizione della torta del potere.

Perché le persone dovrebbero votarla?
Tre buone ragioni per votarmi:
•    Sono motivata, tenace e determinata nel conseguire i risultati degli obiettivi fissati
•    La mia esperienza, che deriva dalla gavetta, mi permette di focalizzare i problemi per risolverli
•    Credo nella necessità dell’evoluzione politica, che deve affiancare l’evoluzione del genere umano.
 

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