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TICINOPPD: "Difenderemo con unghie e denti il ruolo di seconda forza politica"

26.03.11 - 18:33
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PPD: "Difenderemo con unghie e denti il ruolo di seconda forza politica"

LOCARNO - Per Luigi Pedrazzini la Convention del PPD che si è tenuta sabato pomeriggio al Fevi di Locarno, è stata probabilmente quella più carica di emozioni tra tutte quelle che ha vissuto. Pedrazzini, dopo 12 anni, lascia il Consiglio di Stato, e al Fevi è stato accolto con una standing ovation e con un caloroso applauso da parte dei quasi 800 presenti. Un filmato di circa dieci minuti ha passato in rassegna le tappe più significative della carriera di Pedrazzini.

Il consigliere di Stato uscente ha salutato e ringraziato il popolo pipidino, e ha ricordato i momenti più memorabili dei suoi 32 anni in politica. Della prima volta che mise piede in Parlamento, dalla spinta che lo portò a mettersi in gioco, dalla passione per le battaglie politiche, fino ai 12 anni in Governo.

Quella di oggi è stato un Congresso che ha guardato soprattutto al futuro. E il futuro in questo caso vuol dire le elezioni di aprile. A prendere la parola è stata Monica Duca Widmer che si è scagliata contro chi in politica è abituato a urlare, contro quei partiti che elencano "in piazza i problemi senza peraltro proporre e trovare le soluzioni", contro coloro che continuano "a chiedere riduzioni fiscali e chiedono parallelamente nuove prestazioni, come se il finanziamento dello Stato fosse garantito dalla manna e non dalle imposte". Subito dopo è stata la volta di Fabio Regazzi, che si è detto preoccupato per un ipotetico raddoppio della Lega in Governo, e ha tenuto a ribadire che il suo partito "difenderà con le unghie e con i denti il ruolo di seconda forza politica del Cantone" perché dispone "di tutti i requisiti per rivendicare questo ruolo".

Il Congresso elettorale del PPD è stata pero' un'occasione anche per presentare la rosa dei cinque candidati per il Consiglio di Stato, saliti sul palco in rigoroso ordine alfabetico.

Beltraminelli 'Ricominciamo da Berna' - Paolo Beltraminelli, giocando la carta del federalismo, ha espresso la necessità di "ricominciare da Berna" e iniziare a stabilire rapporti molto stretti con la capitale, senza i quali "molti problemi del Cantone non potrebbero essere risolti, a partire dall’insufficienza di finanziamento di opere importanti soprattutto legate alla mobilità , dall’annoso problema del ristorno d’imposte dei frontalieri". E ancora: "Non è costruendo muri o chiedendo statuti speciali, quando già siamo una repubblica autonoma e sovrana, che il nostro Cantone potrà crescere, bensì con il duro lavoro di convincimento presso il Consiglio federale, le Camere federali, gli altri Cantoni e non da ultimo con gli alti funzionari dell’Amministrazione federale".

Franco Denti, io giocatore corretto e leale - Il medico con la passione della politica, nonchè presidente dell’Ordine dei medici, ha lanciato qualche frecciatina e ha fatto notare che la politica non puo' essere fatta solo da avvocati ed economisti, ma anche un medico con al sua esperienza puo' contribuire a portare qualcosa di buono in un partito. Si è definito "un giocatore corretto e leale" al di fuori delle strategie di partito. Il medico si è detto convinto della decisione di mettersi in gioco, ma che in caso di sconfitta non ha nessun problema a ritornare al suo impiego e ai suoi valori irrinunciabili, “come la trasparenza e l’indipendenza di giudizio, ma anche di una solidarietà di partito che nonostante l’isolamento in cui spesso sono stato confinato, non è mai venuta meno”.

Ghisolfi e lo spettro della disoccupazione - Nadia Ghisolfi, la costola giovane del partito, ha puntato su formazione e problemi legati al mondo del lavoro: "Dobbiamo impegnarci e impedire che i nostri giovani finiscano in disoccupazione, in assistenza, peggio ancora. (...) Purtroppo le modifiche legislative intervenute di recente a livello federale non ci aiutano molto in questo senso. Il “risparmio” sull’assicurazione contro la disoccupazione causerà un incremento dei costi dell’assistenza e tutta una serie di costi collaterali causati da queste situazioni".

Passalia come Annibale - L'altro giovane del partito, Marco Passalia, si è affidato ad Annibale, il personaggio storico che aveva avuto il coraggio di difendere le proprie convinzioni fino all’ultimo giungendo alla decisione di marciare contro Roma. "Come ticinese e come candidato anch’io intendo difendere i nostri interessi e i nostri ideali senza esitazioni. Ammiro Annibale perché già ai suoi tempi aveva capito quanto fosse importante l’asse nord-sud ostacolato dalle Alpi. Quindi, se non verrà proposto il completamento del Gottardo come alternativa alla prospettata chiusura per il risanamento, propongo di utilizzare gli elefanti per evitare l’isolamento del Ticino".
E poi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: "Sarà l’irriverenza giovanile, sarà la febbre di fine campagna elettorale, ma ho l’impressione che siano davvero pochi i candidati che si sono mostrati in grado di garantire la governabilità al cantone Ticino: mi riferisco a quei candidati che stanno mostrando il coraggio delle proprie opinioni. Non voglio offendere nessuno tra il pubblico presente così come non voglio sminuire le tradizioni popolari democratiche, ma mi sembra che i cosiddetti “oregiatt” - nel senso delle idee ambigue - siano sempre più presenti in tutti i partiti. Alla faccia delle posizioni chiare ed inequivocabili".

Jelmini e le insidie europee - Il presidente del partito, Giovanni Jelmini, ha iniziato il suo intervento ponendo l'accento sulla litigiosità che caratterizza attualmente il panorama politico, "la mancanza di rispetto per le idee degli altri, il considerare l’avversario politico come un nemico da disprezzare nella persona e da offendere nell’onore, la leva sui più bassi sentimenti della xenofobia". "Tutto questo non è politica- ha detto Jelimini - tutto questo è solo un’avvilente caricatura della politica" non mancando di sottolineare che il Partito Popolare Democratico è "sempre stato corretto verso tutti ed è leale verso il Paese". Poi si è soffermato sulle lieste presentate dal partito. "Abbiamo voluto delle liste competitive. Penso in particolare a quella per il Consiglio di Stato. Cinque candidati che competono tra loro - e posso assicurarvi che la competizione non manca affatto – ma che lo fanno con dignità e stile; la dignità di chi sa confrontarsi sulle idee senza colpire le persone e lo stile del rispetto di tutti gli altri candidati" A qualcuno di Idea Liberale saranno fischiate probabilmente le orecchie. Jelmini ha affrontato poi le insidie dell'Europa. "Le vere insidie ci vengono dal fatto che vi sono Stati europei che discriminano il nostro Paese in dispregio degli accordi che con quella stessa Europa abbiamo firmato. non accettiamo più le black liste italiane, che sono manifestamente discriminatorie per gli svizzeri e le loro imprese".

RED

 
 
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