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CANTONELogopedia - lettera aperta all'ALOSI

14.02.11 - 14:35
Alexandra Tizzano, la logopedista indipendente di Gravesano da anni in lotta con il Cantone, scrive all'Associazione dei logopedisti della Svizzera italiana (ALOSI) a seguito della loro presa di posizione in merito al progetto della nuova legge sulla pedagogia speciale
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Logopedia - lettera aperta all'ALOSI
Alexandra Tizzano, la logopedista indipendente di Gravesano da anni in lotta con il Cantone, scrive all'Associazione dei logopedisti della Svizzera italiana (ALOSI) a seguito della loro presa di posizione in merito al progetto della nuova legge sulla pedagogia speciale

Lettera aperta a tutti i membri ALOSI

Gentili colleghe/i dell’Associazione Logopedisti della Svizzera Italiana (ALOSI),

nel maggio del 2008, quando anch’io ero membro dell’ALOSI, vi ho supplicate/i personalmente e pubblicamente di non sottoscrivere la nuova Convenzione sottopostaci dal DECS contenente il limite massimo di 45 minuti alla durata delle terapie logopediche fornite in privato, perché sapevo bene che con questo stratagemma il Cantone sarebbe riuscito a far respingere tutti i ricorsi che io ho inoltrato contro le ingiuste decisioni del DECS nel corso dei quattro anni precedenti.

Infatti, caduto nel vuoto il mio appello, sull’unica base di questa Convenzione da voi sottoscritta in cambio di un aumento del 20% della tariffa, il Tribunale federale ha concluso che (cito testualmente): " …in generale gli operatori ticinesi del settore considerano appropriato stabilire in 45 minuti la durata ordinaria delle sedute e riconoscere tempi d’intervento superiori solo in situazioni particolari, adeguatamente motivate" ed ha deciso quindi di respingere i miei ricorsi.

Ma non è tutto. Il Tribunale cantonale delle assicurazioni, in venti recenti sentenze, ha ritenuto che tale principio potesse essere addirittura applicato retroattivamente a tutti i ricorsi risalenti anche al 2006, ossia due anni prima dell’entrata in vigore di tale convenzione.

Va detto che, malgrado ciò, per nove di questi venti bambini lo stesso Tribunale ha dovuto riconoscere che il tempo di terapia era stato comunque ingiustamente limitato e ne ha accolto i ricorsi, il che la dice lunga sull’operato dei funzionari del DECS nei miei confronti.

Voi tutte/i avete assistito ai miei molteplici appelli al dialogo e alle mie richieste d’aiuto e conoscevate anche bene i motivi per cui, per me che opero in privato con bambini piccoli, un tempo sufficiente per la terapia è di estrema importanza.

Ciononostante avete comunque deciso di approvare un limite generalizzato di 45 minuti alle sedute di logopedia fornite in privato.

Ma adesso, nella vostra presa di posizione concernente il progetto di legge sulla pedagogia specializzata, leggo che a nome dell’ALOSI avete chiesto al Cantone di revocare il limite di 45 minuti alla durata delle sedute di logopedia, ritenendolo addirittura discriminatorio e penalizzante per l’intera categoria!

Eppure vi siete sempre distanziate/i pubblicamente da ogni mia azione volta a difendere il diritto di fornire ai bambini la terapia logopedica adeguata.

Delle 1'200 firme che ho raccolto per chiedere l’annullamento del limite di 45 minuti imposto dal DECS, neanche una era di una o di un logopedista.

Nel corso della trasmissione "Falò" del 27 marzo 2008, l’allora Presidente dell’ALOSI, diventata ora responsabile del DECS per la logopedia, ha addirittura dichiarato pubblicamente che l’Associazione riteneva che fosse senz’altro possibile fornire terapie di qualità nel limite fissato di 45 minuti.

Adesso, tutt’a un tratto, questo limite sottoscritto ed approvato dall’ALOSI, diventa addirittura discriminante e dannoso!

Io oggi, per mia scelta, non sono più membro dell’ALOSI e proprio con questo pretesto il Cantone ha deciso di non rimborsare più alle famiglie il costo dei miei interventi. Devo dire che ciò è stato un bene per me, perché ho così potuto ricominciare a vivere e a lavorare serenamente, al riparo da continue ingiustizie e vessazioni.

Ciononostante desidero comunque chiedervi di spiegare a me, ai genitori dei bambini seguiti in logopedia e alle 1'200 persone che a suo tempo hanno sottoscritto la mia petizione, i motivi per cui fino al 2006 consideravate adeguate le sedute di logopedia di durata superiore a 45 minuti, poi avete ritenuto di poter condividere pienamente il limite imposto dal DECS e adesso, a pochi mesi dalla mia uscita dall’Associazione ed ora che il Tribunale federale ha tramutato in giurisprudenza (solo per il Ticino) il limite temporale che voi stesse/i avete promosso e sottoscritto, lo ritenete addirittura discriminante e dannoso.

I miei criteri per determinare il tempo necessario per le sedute sono sempre stati il bisogno dei bambini e la qualità della terapia logopedica.

Quali sono, invece, i vostri?

Alexandra Tizzano
Logopedista dipl. HPI

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