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TICINOCausa di divorzio senza fine. Lo Stato continua a pagare…

18.01.11 - 15:00
Papageno: in nome dei padri.
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Causa di divorzio senza fine. Lo Stato continua a pagare…
Papageno: in nome dei padri.
Prendiamo spunto dal caso di un padre di tre figli, separato dal lontano 2002, esasperato da oramai 9 anni di procedura di separazione e divorzio a causa delle esorbitanti pretese della moglie. Ella, dall’età di 36 anni, pretende almeno 2'400 fr al mese di alimenti per sé stessa [ndr: nel 2002 fr 1'000 al mese, nel 2011 fr 2'400], la metà degli averi dei coniugi e della casa, gli alimenti per i figli e una “liquidazione” di almeno 60'000 fr (sic!).
 
La prima lettera inviata dalla legale della moglie, avv.ta Rosella Chiesa Lehmann di Mendrisio, data del lontano 2001. Da allora, questa “povera madre” ha sottratto di nascosto al marito 6'000 fr nell’ultimo anno di vita in comune; dopo la separazione lavorava “in nero” mentre era in disoccupazione, incassava in doppio assegni familiari sia dal marito che dalla cassa disoccupazione, incassava dallo Stato assegni integrativi senza averne diritto e otteneva per anni il condono delle imposte dallo Stato millantando considerevoli spese finanziarie rivelatesi fittizie. È il marito ad aver denunciato la moglie, sebbene questi fatti fossero già desumibili dagli atti processuali in Pretura. Il marito, al contrario, lavorava e si adoperava per tutelare i tre figli e il loro futuro.
 
Interpellata da terzi, la moglie pretende di non volere nulla dal marito ma che è la “Legge” che gli impone di ricevere! Di fatto è in atto un vero e proprio “ricatto legalizzato”: “Vuoi il divorzio? Beh, allora paga quello che voglio! In caso contrario andiamo avanti nella causa, tanto che ci perdo? Dal 2002 continuo a stare nella casa coniugale e, dal 2007, ci vivo pure con il mio amico poliziotto M. N.. In più ti porto via la metà dei contributi che versi per la AVS e la Cassa pensione: dalla separazione nel 2002 ad oggi, la bellezza di 90’0000 fr (sui 180'000 fr versati dal marito e dal datore di lavoro)! Il tutto alla facciaccia tua e senza spese, visto che il Pretore Enrico Pusterla continua anche nel 2011 a concedermi l’Assistenza Giudiziaria, nonostante l’Interrogazione parlamentare al CdS del 2009 del deputato Poggi. Eh sì, tanto mica pago io: lo chèque lo firma il Pretore Pusterla, lo incassa la mia avv. Rosella Chiesa Lehmann e i soldi li paga lo Stato! Per cui, perché dovrei divorziare?”
 
Eh sì - forse lo si è capito - questa madre è quella che, in assistenza giudiziaria da 10 anni, sta costando allo Stato decine e decine di migliaia di franchi di sola parcella legale per la “sua tutela giuridica” messa in atto dall’avvocata Rosella Chiesa Lehmann (del bene e del futuro dei tre figli se ne impipa)!
 
Nel 2009, la moglie, dai 2'700 fr mensili di alimenti che già riceveva per sé e il figlio minorenne di 14 anni, ha chiesto un aumento a 4'400 fr mensili (sic!), nascondendo però di “convivere di fatto” da quasi 4 anni con M. N., sgt della polizia cantonale alle porte della meritata pensione. Questo paladino della Legge però, una volta “sgammato legalmente” dal padre dopo che conviveva da un anno con la “Signora”, si è immediatamente “trasferito virtualmente” nel suo Camper a mo’ di nomade, successivamente in un “fermo posta” di Vacallo e da ultimo “presso l’indirizzo” della sua prima moglie, sebbene coabiti tuttora con la “Signora”!
 
Nel 2009, dal canto suo, il padre ha chiesto una perizia sulla sua capacità lavorativa visto che per problemi di salute psico-fisica dal 2007 lavora a tempo parziale e deve pagare alla moglie come se lavorasse al 100%! Purtroppo, nel 2011, l’ “Ordinanza di perizia” non è ancora stata emessa dal Pretore Pusterla!
 
In più, la figlia affidata al padre dal 2003, ora maggiorenne e studentessa universitaria in Svizzera interna, non viene conteggiata dai Giudici nella ripartizione dei redditi: di questo ne beneficia la madre che incassa più soldi per sé stessa!
Se, grazie al “diritto del divorzio”, la moglie e l’amico sgt M. N. ballano e se la ridono, cosa ne sarà invece di questo padre che, da tre anni, fa a meno di avvocati, esasperato e logorato nel corpo e nella mente, oramai al capolinea della resistenza psico-fisica? Cosa deve fare per uscire da questa trappola?
 
Uccidersi e farla finita? Lascerebbe una “vedova allegra” e tre orfani: non sarebbe la soluzione!
 
Fare una strage alla “Criscione”? Sarebbe definito il gesto del solito “folle”, verrebbe arrestato, marcirebbe in galera e rimarrebbero tre orfani a carico dello Stato: neppure questa sarebbe la soluzione!
 
Dovrebbe dunque provare a tener duro sperando che Giustizia “forse” (visti i pregiudizi giuridici contro i padri) verrà fatta (nei prossimi 4 o 6 anni visti i tempi della Magistratura cantonale e federale)? Così facesse diverrebbe del tutto pazzo o deperirebbe al punto di lasciarci le penne, e tutti vivrebbero felici e contenti: in primis la moglie e il sgt paladino della legge M. N., poi il Pretore Pusterla che, felice, “archivierebbe” la causa “spina nel suo fianco” e infine l’avv.ta Rosella Chiesa Lehmann raggiante per aver “fatto vincere” la sua cliente “erede e vedova allegra del compianto marito”!
 
Ma allora come uscirne? In nessun modo, sembrerebbe! La trappola delle cause di divorzio infinite (portanti “alla massimizzazione degli alimenti” per le madri) non dà scampo ai padri!
 
Cosa succederà allora? Questo padre subirà suo malgrado un totale tracollo psicofisico (come sta paventando da anni al buon Pretore Pusterla e alla ligia avv. Rosella Chiesa Lehmann), non sarà più in grado di lavorare e finirà, suo malgrado, in assistenza! Di conseguenza, pure la moglie e i figli finiranno a carico dello Stato (altro che alimenti a vita per la “Signora”), la casa (che il padre pur di divorziare avrebbe lasciato alla moglie) andrà all’asta. Il Pretore Pusterla andrà avanti a gestire altre cause di divorzio continuando a concedere l’assistenza giudiziaria a destra e a manca (tanto mica paga lui…), l’avvocata Rosella Chiesa Lehmann fatturerà il saldo della parcella per la “tutela di questa povera madre finita in assistenza” e continuerà a tutelare “altre povere e derelitte madri”!
 
E lo Stato? Semplice: lo Stato e i cittadini contribuenti continueranno a pagare per le conseguenze del Diritto del divorzio e della Giurisprudenza ticinese e federale, dell’agire di avvocati senza scrupoli e delle decisioni dei Pretori e della Magistratura!
 
Evviva i Giudici, il Diritto del divorzio, gli avvocati divorzisti e l’assistenza giudiziaria! 
 
Ma fino a quando?
 
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