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BELLINZONALa Collegiata e i suoi tesori

22.12.10 - 14:30
Tre ragioni "laiche" per visitarla
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La Collegiata e i suoi tesori
Tre ragioni "laiche" per visitarla

La Collegiata di Bellinzona si erge maestosa sulla piazza omonima. All’imbrunire la facciata si illumina d’azzurro e su di essa, tra stelle e fiocchi di neve, si materializza il volto di un putto alato, che sembra osservare stupito la nuova veste cromatica di Castelgrande. La mano destra regge il capo riccioluto, mentre il braccio pare appoggiarsi all’enorme rosone centrale di cinque metri di diametro.

Motivazioni religiose a parte, vi sono almeno tre ragioni di carattere storico e artistico per visitare questa chiesa. Essa, infatti, ospita un antico esemplare dello stemma cittadino, uno strumento musicale di gran valore ed un interessantissimo reperto storico sforzesco. Cominciamo dalla facciata: sul portale maggiore vi è una nicchia con la statua di San Pietro e sotto di essa il biscione visconteo, stemma di Bellinzona. Tra le molte leggende che ne spiegano l’origine, la piú nota è quella che riguarda Azzone Visconti, figlio di Galeazzo I, signore di Milano. Si narra che nel 1323, marciando contro i fiorentini, il ventunenne condottiero si accampò con le sue truppe nelle vicinanze di Pisa. Stanco, cedette al sonno, ma mentre dormiva una vipera si introdusse nel suo copricapo. Al risveglio l’ignaro Azzone raccolse l’elmo e se lo calcò sul capo. Fortunatamente per lui il rettile non lo aggredí, ma fuggí sibilando. Questo fatto lo colpí a tal punto da indurlo a raffigurare una vipera nel suo stemma. Con qualche variante esso divenne il simbolo anche di Bellinzona, avamposto del ducato di Milano (www.allombradeicastelli.com). 

Se la facciata è imponente, l’interno della chiesa lo è ancora di piú. L’edificio ha un’unica navata di quattro campate con lesene ioniche che delimitano cappelle decorate con stucchi e dipinti, opera di artisti come il bolognese Camillo Procaccini e il ticinese Giuseppe Antonio Orelli. Qui è conservato un raro strumento musicale: un organo costruito nel lontano 1588 da Graziadio Antegnati, discendente di un’illustre famiglia di organari bresciani. Esso è il secondo organo piú vecchio della Svizzera, preceduto solo da quello conservato a Valère (Sion).

Se tutto ciò non fosse ancora sufficiente per indurre gli amanti della storia e dell’arte a visitare la Collegiata di Bellinzona, ecco un incentivo finale: l’acquasantiera che si trova all’ingresso della chiesa. In realtà vi sono fondate ragioni per ritenere che essa fosse in origine una fontana. E che fontana! Pare che appartenesse addirittura alla famiglia di Ludovico il Moro e che fosse situata nella residenza sforzesca di Vigevano. Probabilmente fu trasportata in Ticino da Gian Giacomo Trivulzio, signore della Mesolcina, quando – caduti gli Sforza nel 1499 – egli divenne marchese di Vigevano. Alcuni critici ritengono che la fontana-acquasantiera potrebbe addirittura essere opera di Giovanni Antonio Amadeo, architetto del Duomo di Milano ed uno dei piú famosi artisti del Quattrocento.

Terminata questa breve visita, lasciamo la Collegiata di Bellinzona con la consapevolezza di vivere in un lembo di terra, il Cantone Ticino, custode di un inestimabile patrimonio culturale.

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