Una serie di documenti, che proverebbero che la ragazza fu rapita dalla Banda della Magliana, custoditi nella Confederazione. Forse in Ticino
ROMA - Sono in Svizzera, magari proprio in Ticino, le carte che spiegherebbero molti misteri della storia italiana degli ultimi quarant'anni. A partire dal rapimento di Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa da Roma quasi trent'anni fa, e mai ritrovata. Ora un testimone rivela: "Il rapimento di Emanuela Orlandi è stato deciso e realizzato dalla Banda della Magliana".
A dichiararlo è Maurizio Giorgetti, 56 anni, enigmatico personaggio che ha già dichiarato più volte il legame tra la banda romana (resa famosa anche dalla saga libro-cinema-tv "Romanzo Criminale) e il caso Orlandi. "La ragazza e' stata rapita con l'obiettivo di recuperare 15 miliardi di lire appartenenti a Manlio Vitale, ex testaccino, detto 'Er Gnappa', arrestato di recente a Caserta".
Giorgetti ha rilasciato queste dichiarazioni al quotidiano "Messaggero". "Non sto bene in salute - spega Giorgetti - e volevo togliermi questo peso dalla coscienza. Non faccio le cose a caso. Ho in Svizzera molta documentazione, agende, appunti, importanti su quaranta anni di storia italiana. Le ho messe al sicuro e, a breve, andro' a prenderne una parte. Dovevo partire proprio questo questo fine settimana con il mio avvocato, ma ho dovuto rinviare. Le sembro uno sprovveduto? Mi sono tutelato. Finanzio l'estrema destra e me stesso, e mi fido di pochissime persone".
Intervistato qualche tempo fa dalla trasmissione di Raitre "Chi l'ha visto", che si è sempre occupata della vicenda di Emanuela Orlandi, Giorgetti aveva parlato di una complessa vicenda che vedeva legati l'organizzazione criminale e lo Stato del Vaticano, di cui il padre di Emanuela Orlandi era funzionario, e lei stessa cittadina. Da tempo, inoltre, si afferma che nella tomba di Enrico De Pedis nella chiesa di Sant'Apollinare a Roma ci possa essere la soluzione al giallo.
f.c.