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MURALTOBalairatt: "Presto saprete tutta la verità"

29.09.10 - 15:18
Michel Ferrise, ideatore della campagna: "In Italia stanno montando un caso, anziché riflettere. Io sono italiano e il mio migliore amico è yugoslavo. Se il messaggio fosse stato veramente razzista, non avrei mai accettato l'incarico". Intanto il coinvolgimento di Pierre Rusconi è ormai certo
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Balairatt: "Presto saprete tutta la verità"
Michel Ferrise, ideatore della campagna: "In Italia stanno montando un caso, anziché riflettere. Io sono italiano e il mio migliore amico è yugoslavo. Se il messaggio fosse stato veramente razzista, non avrei mai accettato l'incarico". Intanto il coinvolgimento di Pierre Rusconi è ormai certo

MURALTO – Lo stanno bombardando. Da lunedì Michel Ferrise, direttore della Ferrise Comunicazione di Muralto, non trova terra ferma. La campagna Balairatt, commissionatagli da un misterioso personaggio della politica ticinese (il coinvolgimento dell’UDC Pierre Rusconi è ormai certo, anche se lui non conferma e non smentisce), lo ha fatto finire sulle prime pagine dei giornali. Tre topi e un messaggio su frontalieri, criminali stranieri e scudo Tremonti. Poi le reazioni. Anche furiose. E le accuse di razzismo. Soprattutto dalla vicina Italia. Le frecciate del giornalista Gian Antonio Stella, dalle colonne del Corriere della Sera di oggi, ne rappresentano la sintesi più estrema. “I giornalisti italiani – dice Ferrise – stanno montando un vero e proprio caso, anziché riflettere. Io sono di origini italiane e il mio migliore amico è yugoslavo. Se il messaggio fosse stato veramente razzista, non avrei mai accettato l’incarico”. 

Lei però pochi giorni fa ci parlava di ‘derattizzare’ e di topi come ‘animali spregevoli’…
"Ma il tutto comunque è costruito in maniera simpatica. Non volgare. Quello che noto è che, soprattutto in Italia, ci si rifiuta di capire il messaggio. Si cerca di trovare il male per forza. È una provocazione, certo. Ma per fare riflettere".

Si spieghi meglio. L’opinione pubblica non l’ha capita in questo modo…
"L’ho già detto mille volte, purtroppo. Non è una campagna contro i frontalieri. E neanche contro gli stranieri. Si voleva semplicemente fare riflettere la gente sulla necessità di introdurre delle regole chiare. O perlomeno più chiare di quelle che ci sono adesso. È chiaro però che se rilascio un intervista a Canale 5 e poi in televisione mandano in onda un decimo di quanto io ho detto, si fa in fretta ad alzare il polverone". 
 
Alcuni hanno ipotizzato addirittura che questa fosse una campagna ideata dalla stessa Ferrise Comunicazione. Giusto per fare un po’ di scandalo…
"Mi viene da ridere. Non avremmo neanche il budget per fare una campagna del genere. Ripeto: la campagna mi è stata commissionata. E il mio cliente è soddisfatto della discussione che ne è derivata".
 
Pierre Rusconi che ruolo ha?
"Alt. Io di nomi non ne faccio. Presto saprete tutta la verità. Faremo una conferenza stampa".

Eppure, i piani erano diversi. Pochi giorni fa ci parlava di una storia a più capitoli. Ora arriva una conferenza stampa, quasi d’urgenza. Ferrise, neanche lei non regge più la pressione?
"Non ho detto che la storia non continuerà. Il fatto è che si sta facendo troppa confusione. Mi è stato dato un incarico e, dopo un’attenta analisi, anche etica, l’ho portato avanti. Punto. Quelle espresse dai cartelloni non sono, comunque, le mie idee. Invece molti sono insorti anche nei miei confronti. Ho ricevuto anche delle minacce. E pensare che, in ogni caso, non ci sarebbe neanche bisogno di scaldarsi tanto. Basterebbe analizzare attentamente la campagna. Se uno ci pensa bene, capisce che questo non è razzismo".

Patrick Mancini

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