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TICINO"Liberalauto" fatica a decollare. E le code sulle strade restano lunghe

24.11.09 - 10:16
Ma i responsabili restano entusiasti. Simona Foglia di Rete Tre: "I primi dati lasciano ben sperare". Il Cantone: "Ora puntiamo sui frontalieri e sulle aziende. Le ditte che aderiscono ricevono un sussidio di 7mila franchi".
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"Liberalauto" fatica a decollare. E le code sulle strade restano lunghe
Ma i responsabili restano entusiasti. Simona Foglia di Rete Tre: "I primi dati lasciano ben sperare". Il Cantone: "Ora puntiamo sui frontalieri e sulle aziende. Le ditte che aderiscono ricevono un sussidio di 7mila franchi".

Uscita autostradale di Lugano nord, ore 7.30 di un normale giorno lavorativo. Centinaia di auto in coda. Stessa ora, sulla tratta tra Magadino e Cadenazzo. Traffico immobile. A oltre un anno dalla sua introduzione il progetto “Liberalauto” non ha ancora dato i suoi frutti. Andare al lavoro condividendo la macchina con i colleghi è un concetto che fatica a decollare. “Eppure, dopo i primi mesi difficili, ora iniziamo ad avere delle cifre incoraggianti ¬– spiega Fabienne Bonzanigo, della sezione cantonale della mobilità –. Finora oltre 1.200 persone si sono annunciate sull’apposito sito. Adesso vogliamo sensibilizzare i frontalieri e le aziende. Le ditte che sposano il progetto ricevono ben 7mila franchi come sussidio”.

Poca concretezza? - Il divario tra il numero di persone che si sono annunciate sul sito e quelle che effettivamente scelgono poi di condividere l’auto con altra gente sarebbe, tuttavia, ancora molto grande. Insomma, il progetto “Liberalauto”, lanciato nel maggio del 2008 da Rete Tre, fatica ad avere un riscontro concreto. “Per noi – conferma Simona Foglia, ideatrice dell’iniziativa – non è possibile verificare quanta gente effettivamente dà un seguito concreto agli annunci sul sito. Ci possiamo basare unicamente sugli annunci lasciati dagli utenti”. “In questo momento è un limite – aggiunge Bonzanigo –. Stiamo studiando un sistema per potere tenere sotto controllo questo genere di cifre”. I dati relativi agli accessi al sito, secondo Foglia, sarebbero tuttavia incoraggianti. “Sì – ammette ¬–. Sul sito, inoltre, alcuni utenti raccontano la loro esperienza. Sono cose che lasciano ben sperare”.

Soldi pubblici – Se per quanto riguarda i privati, di interrogativi non se ne pongono, altrettanto non si può dire quando si parla di aziende. Le ditte che aderiscono all’iniziativa ricevono infatti, da Cantone e Confederazione, tramite Svizzera Energia, una cifra pari a 7mila franchi come incentivo. “Ogni azienda che decide di aderire al progetto – precisa Bonzanigo – deve firmare un documento di impegno e attenersi a direttive ben precise. Ci sono pur sempre in ballo soldi pubblici. Periodicamente devono dimostrarci che i concetti base del progetto "Liberalauto" vengano rispettati”.

Aziende “ecologiche” - Tra le aziende che hanno sposato l’iniziativa c’è la Schindler di Locarno. “Se il Cantone dovesse chiederci di dimostrare come vanno le cose, noi saremmo comunque pronti a farlo – sottolinea il portavoce Marco Cobianchi –. Va comunque detto che noi abbiamo scelto questa via perché abbiamo da sempre una certa sensibilità ambientale. I sussidi ci interessano relativamente. Ecco perché non abbiamo introdotto un vero e proprio monitoraggio riguardo al progetto "Liberalauto". Ci basiamo molto sulla sensibilità dei nostri dipendenti e nei casi in cui è possibile li incentiviamo anche ad abbonarsi ai mezzi pubblici”.
 

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