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PROCESSO TAMAGNIParla il difensore di Tomic: "Per una condanna non devono esistere dubbi"

26.01.09 - 14:30
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Parla il difensore di Tomic: "Per una condanna non devono esistere dubbi"

LOCARNO - A Locarno è ripreso pochi istanti fa il dibattimento del processo Tamagni. La parola è passata al difensore di MarKo Tomic, l'avv. Yasar Ravi. "Il dolore per la perdita di un figlio è sempre grande", ha esordito Ravi. "È indubbio il dolore patito dalla famiglia di Damiano Tamagni e lo dimostrano anche le reazioni della popolazione. Reazioni prevalentemente di rabbia. Esemplare la reazione dei genitori di Damiano che, in mezzo al coro di rabbia e disprezzo razziale, hanno espressamente chiesto che questi sentimenti venissero meno. Prova di grande moralità che ha reso ancor più difficile il compito della difesa". Il difensore di Marko Tomic ha poi continuato la propria arringa difensiva ricordando il "diritto di ogni imputato ad un processo equo".

"Il lavoro di un avvocato che deve difendere un accusato di omicidio è sempre un lavoro ingrato che si espone alle critiche dell'opinione pubblica", continua nella sua arringa l'avv. Ravi. "Il diritto ad una equa difesa è di tutti, anche di Marko Tomic. Molti penseranno che sia un assasino senza scrupoli e così lo ha dipinto l'avvocato di parte civile, ma non è così. Marko ha compiuto un errore di cui si pentirà tutta la vita e questa è la sua condanna maggiore. Mesi fa Marko ha scritto una lettera indirizzata ai genitori di Damiano che è attualmente in mio possesso ma ha deciso di aspettare la sentenza di questa corte prima di darla ai genitori di Damiano".

"Vorrei ricordare il principio della presunzione di innocenza - ha poi continuato il legale di Marko Tomic sottolineando che il Tribunale federale ha ribadito che per una condanna il giudice non deve nutrire dubbi. Questo vale anche oggi e per tutti e tre gli accusati. Per i fatti che hanno indignato non poco l'opinione pubblica, oggi la corte deve valutare con attenzione questa presunzione di innocenza".

L'intervento si è poi concentrato sulla pressione operata dall'opinione pubblica. Una pressione che ha avuto diversi sbocchi, il più recente sul sito Facebook nel quale è stata creata una comunità che si esprime, con toni aggressivi, sul processo in atto.

I ragazzi dei balcani
"Non è una questione di nazionalità, la violenza non ha passaporto", ha affermato Ravi riferendosi alla frase utilizzata in fase istruttoria. Tomic interviene e sferra il primo pugno, quello che ha colpito Damiano, in difesa del suo amico Ivan. Un motivo futile ma forse meno di quello che aveva fatto arrabbiare uno dei testimoni al quale era stato pestato un piede. Discussione che ha poi portato allo scontro verbale che ha poi generato la disgrazia.

Le testimonianze: 'Tomic un ragazzo tranquillo'
L'arringa difensiva dell'avv. Ravi ha poi passato in rassegna le dichiarazioni rilasciate dai testimoni sentiti in aula durante la fase istruttoria.  L'ex datore di lavoro di Marko Tomic, che ha ribadito d'aver licenziato Marko su richiesta della divisione formazione, ha affermato di ritenere Marko una persona tranquilla. Dichiarazioni analoghe sono state rilasciate da altre due persone che hanno conosciuto Marko in ambienti, quello arbitrale e il Bar Sport, differenti. Dichiarazioni che sono tra loro concordi nell'affermare che Marko Tomic non ha mai dato prova d'essere una persona violenta. L'avv. Ravi ha inoltre sottolineato l'assenza di precedenti da parte dell'imputato per poi soffermarsi sull'importanza della veridicità delle dichiarazioni rilasciate dai testimoni.

I verbali sono inutilizzabili

Su questo punto Ravi è stato categorico: "I verbali sono inutilizzabili". Secondo il difensore di Tomic infatti vi sono delle incongruenze tra i verbali stessi e quindi non possono essere utilizzati. Cosa che invece ha fatto l'accusa che, ha spiegato l'avv. Ravi alla corte, ha utilizzato parti di essi per ricostruire in modo lineare i fatti della sera del 1° febbraio 2008. La difesa ha passato quindi in rassegna alcuni verbali ritenuti inattendibili in virtù proprio di contraddizioni.

RED

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