Perizia curata dal dottor Ennio Pedrinis, consulente scientifico, ascoltato come teste. Laureato in medicina presso l'Università di Berna, il dottor Pedrinis ha una vasta esperienza nell'ambito della patologia medica. "Inizialmente ho assunto il ruolo di consulente per l'avvocato Olgiati che mi ha chiesto alcuni chiarimenti riguardanti la perizia del dottor Osculati", ha spiegato in aula Pedrinis. Si trattava di spiegare alla parte civile i termini della perizia. "Tutte le mie considerazioni si basano sugli atti che ho potuto consultare": il perito non ha mai infatti avuto accesso ad un'esame autoptico sul corpo di Damiano Tamagni.
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La fase antecedente la caduta
"Occorre fare due ragionamenti", prosegue Pedrinis. "Il primo riguarda la fase antecedente la caduta di Damiano. Si deve tenere in considerazione che quando si subisce un'aggressione e ci si trova quindi in uno stato vigile si tende ad essere più reattivi per difendersi dai colpi. Questa situazione di vigilanza e di difesa porta a ritenere molto improbabili dei movimenti abnormi del capo come quelli che avrebbero causato la lacerazione dell'arteria. Questo perché il corpo si muove e questo evita le ipertensioni, ipertorsioni e iperestensioni della testa".
Damiano a terra
Il consulente scientifico prosegue poi spiegando che, nella fase successiva, quando cioè a parere di Pedrinis (e sulla base dei risultati autoptici) si è manifestata tale rottura, "il soggetto si trovava a terra, probabilmente in uno stato di confusione a causa delle diverse lesioni. Probabilmente non era più completamente lucido".
"Essendo a terra - ha continuato l'esperto - il corpo funge da àncora rispetto alla testa. La testa è libera di muoversi, ma il corpo la tiene ferma. In questa situazione è più facile che un colpo sferrato alla testa provochi un movimento abnorme, come quello registrato. L'energia cinetica del calcio viene trasportato alla testa che però si trova frenata dal corpo. A mio giudizio è in questa fase che si è avuto il movimento abnorme".
Il giudice Mauro Ermani ha poi ripreso la parola per porre una precisa domanda a Pedrinis: "Stamani il dottor Osculati ha spiegato che la perdita di coscienza della vittima potrebbe essere avvenuta in pochi secondi oppure entro un massimo di due minuti. Lei, Pedrinis, sembra restringere ancora più questo lasso di tempo...".
"In uno spazio temporale nel quale il cuore cessa di battere per 2-5 secondi può già registrare una perdita di coscienza", ha risposto Pedrinis, che ha aggiunto: "È stata constatata un'ampia lacerazione dell'arteria. Dico ampia perché nonostante fosse solo di
RED
Foto d'apertura: Keystone / Karl Mathis