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SvizzeraPiccoli contadini svizzeri e terzo mondo uniti contro insidie ogm

06.10.05 - 19:01
Piccoli contadini svizzeri e terzo mondo uniti contro insidie ogm

BERNA - Occorre proteggere le agricolture locali dalle importazioni di prodotti a buon mercato e dalle insidie delle piante e delle sementi geneticamente manipolate: è l'appello lanciato oggi da piccoli contadini provenienti da Equador, Tanzania, India e Svizzera, riunitisi oggi a Berna su iniziativa di Swissaid. "Produrre a livello locale, consumare a livello locale", è lo slogan che compare in una dichiarazione destinata ai rispettivi governi nel quadro dei negoziati dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

Nonostante le pur notevoli differenze, i piccoli contadini sono confrontati con le stesse sfide in tutto il globo, ha spiegato Simonetta Sommaruga, presidente dell'organizzazione terzomondista Swissaid e consigliera agli stati (PS/BE). Dappertutto chi lavora la terra soffre per le importazioni a prezzi discount da parte dei grandi produttori, per il calo delle tariffe delle merci e per l'estensione dei brevetti sulle sementi.

Al sud come al nord è di importanza fondamentale che i contadini non debbano limitarsi a fornire la materia prima, bensì che possano anche vendere prodotti finiti. Oggi troppi soldi rimangono in tasca agli intermediari. "Per uscire dalla miseria dobbiamo poter vendere sui mercati locali", ha sostenuto la contadina ecuadoriana a Rosalva Congacha.

Altro grosso problema è quello dei semi geneticamente modificati: soprattutto nel terzo mondo le sementi sono l'unico capitale in mano alle famiglie, ha ricordato Sommaruga. Confrontati con piante ogm che non producono semi utilizzabili i contadini perdono la loro autonomia. Swissaid si impegna quindi a difendere i diritti dei coltivatori nei confronti di governi e multinazionali che premono sulle nuove tecnologie, tanto più che le sementi ogm costano quattro volte di più di quelle tradizionali, ha denunciato Shrihari Ekade, agricoltore indiano che coltiva cotone bio.

ATS
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