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STATI UNITICambio guardia alla Casa Bianca, tutti a rifarsi il CV

24.10.16 - 19:19
A Washington ferve il lavoro per un esercito di esperti - tra avvocati, commercialisti e strateghi - già ingaggiati con parcelle da capogiro, fino a 1000 dollari l'ora
Cambio guardia alla Casa Bianca, tutti a rifarsi il CV
A Washington ferve il lavoro per un esercito di esperti - tra avvocati, commercialisti e strateghi - già ingaggiati con parcelle da capogiro, fino a 1000 dollari l'ora

WASHINGTON - Mancano due settimane esatte all'election day negli Stati Uniti, l'8 novembre, ma per chi aspira a un posto nella nuova amministrazione americana al via il 20 gennaio 2017 è giunto il momento di 'limare' il CV e soprattutto di verificare che non vi siano scheletri nell'armadio pronti a spuntare fuori al momento.

Così a Washington ferve il lavoro per un esercito di esperti - tra avvocati, commercialisti e strateghi - già ingaggiati con parcelle da capogiro, fino a 1000 dollari l'ora, per controllare passato e presente di potenziali consiglieri, candidati giudici e chiunque ritenga di poter ambire ad una carica, dal governo in giù.

Si va dalle verifiche sul piano finanziario, su quello fiscale naturalmente e perfino per la fedina penale, sottolinea Politico parlando di un vero e proprio 'terreno minato' da incarichi in grandi società, da eventuali casi di bancarotta o anche solo qualche turbolenza finanziaria in tema di proprietà immobiliari, per non parlare della vita privata.

Era il 1993 quando l'allora appena eletto presidente Bill Clinton scelse Zoe Baird per il posto di ministro della Giustizia, nomina che però non si concretizzò quando emerse che la candidata aveva pagato in nero una collaboratrice domestica immigrata irregolare.

In sostanza ci si 'porta avanti' accertandosi di poter poi gestire in prima persona eventuali intoppi, senza quindi lasciarli in pasto ai media, e di arrivare pronti a compilare quel questionario da 100 pagine preparato dalla 'squadra per la transizione' nominata per gestire il passaggio di consegne. Nel 2008 per l'ingresso nell'amministrazione Obama si chiedeva conto dell'eventuale uso di marijuana in gioventù e di possibili foto imbarazzanti postate su Facebook.

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