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Il Partito socialista catalano minaccia la disobbedienza per ribadire il no ad ogni costo al premier uscente
MADRID - La decisione presa ieri dal consiglio federale del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) di dare via libera a un governo di minoranza del leader del Partito popolare (Pp) Mariano Rajoy per sbloccare l'infinita crisi politica spagnola rischia di provocare un divorzio con il socialismo catalano, che minaccia di rompere la disciplina di voto del gruppo al Congresso dei deputati.
La direzione del Partito socialista catalano (Psc), da 30 anni integrato nel partito nazionale, si riunisce domani per decidere se i suoi sette deputati si asterranno, come ha deciso il Psoe, al secondo turno della fiducia a Rajoy o se voteranno contro.
Il segretario del Psc Miguel Iceta ha dichiarato oggi che «con ogni probabilità» il partito catalano «disobbedirà» al Psoe e confermerà la linea del no ad ogni costo al premier uscente. «Siamo pronti ad assumerne le conseguenze», ha aggiunto Iceta.
Dirigenti del Psoe negli ultimi giorni hanno avvertito che potrebbero «rivedere le relazioni» con i socialisti catalani se romperanno la disciplina di gruppo. Alcuni analisti non escludono che il Psoe possa rifondare la sua federazione catalana antagonista al Psc che esisteva fino a 30 anni fa.
Il presidente dell'Estremadura Guillermo Fernandez Vara ha affermato che un voto divergente del Psc «avrà conseguenze». Un altro barone del Psoe, il presidente della Castiglia La Mancia Emiliano Garcia Page, ha ammonito i catalani che «un divorzio basta che lo chieda una delle due parti».
