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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario Svizzera: Britannia Brexit, Helvetia Obstans

27.06.16 - 17:42
BSI Equity & Fund Analysis
Mercato azionario Svizzera: Britannia Brexit, Helvetia Obstans
BSI Equity & Fund Analysis

Dopo mesi di incertezze è finalmente uscito un verdetto dalle urne britanniche: l’uscita dall’UE avrà implicazioni anche per il mercato svizzero, da valutate con distacco per poter trarre il massimo vantaggio da questa situazione.

Quella che agli occhi dei mercati è stata interpretata come una sorpresa epocale, se contestualizzata nell’evolversi dell’intero mese di giugno è relativizzabile entro termini molto più tenui. Fino al 16, giorno dell’assassinio della deputata laburista Jo Cox, il fronte del “leave” era in forte recupero, al punto che i mercati avevano mostrato reazioni di panico con volatilità ai massimi, GBP ai minimi e borsa in allarme. Quella data funesta serve oggi come punto di riferimento per misurare l’effettiva portata del voto.

Infatti, da quel giorno fino al momento del referendum la tendenza si era invertita, facendo rientrare parzialmente questi parametri e delimitando un picco che ci serve oggi come riferimento.

Analizzando in primis la volatilità, valore chiave per la borsa elvetica in occasione delle più recenti correzioni, risulta come questo picco sia stato toccato in apertura dalla borsa, anche sulla scia delle pesanti correzioni delle borse asiatiche, le prime a poter reagire al voto del Brexit, ma che già dopo pochi minuti la situazione di allarme era già rientrata. Da questo fatto possiamo intuire che lo stato delle cose al 16 giugno, secondo la valutazione dei mercati a quel giorno, può essere presa come punto sommario di ripartenza per tracciare un primo bilancio.

L’immagine riflessa dell’SMI è quindi direttamente proporzionale: l’indice elvetico è ritornato all’apertura di venerdì per qualche minuto sotto il livello del 16.06, e dopo solamente un’ora di contrattazione aveva già recuperato ben oltre la chiusura di due settimane fa, con una traiettoria di rimbalzo saldamente delineata.

La correzione dell’SMI risulta solo vagamente percettibile nell’evolversi dell’indice sul lungo periodo: i veri cataclismi rimangono il disintervento della BNS nel gennaio 2015, le correzioni di mercato dell’estate 2011, 2014 e 2015. L’ovvia sbavatura d’inizio sessione di venerdì era già per metà riassorbita prima di mezzogiorno con modesti volumi.

Sul mercato dei cambi, per la Svizzera è più influente l’apprezzamento del USD, riferimento per le maggiori società elvetiche, mentre la penalizzazione più diretta per l’economia interna viene dal prevedibile disorientamento del mercato europeo, maggiore vittima del divorzio dall’UK, ed in ultima analisi anche il maggiore responsabile del voto. Non è casuale che le perdite dell’SMI si siano limitate, a saldo della giornata, ad una contrazione paragonabile ad una comune giornata negativa, mentre per l’EU la sconfitta sia anche stata una capitolazione borsistica.

Se cancelliamo dalla memoria l’evoluzione erratica e volatile delle ultime 2 settimane, l’SMI sembra in grado di riprendere la parabola ciclica che porta verso un nuovo tentativo di riprendere gli 8000 punti. Ci saranno strascichi d’incertezza che questo voto ha seminato sui mercati, ma anche elementi di ottimismo su un orizzonte più ampio.

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