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MESSICOIl Papa saluta la folla alla Nunziatura prima di andare a Ecatepec

14.02.16 - 16:57
Il Pontefice si è intrattenuto a stringere le mani, benedire i presenti, accarezzare e baciare i più piccoli
Il Papa saluta la folla alla Nunziatura prima di andare a Ecatepec
Il Pontefice si è intrattenuto a stringere le mani, benedire i presenti, accarezzare e baciare i più piccoli

CITTÀ DEL MESSICO - Papa Francesco ha lungamente salutato la folla che lo attendeva davanti alla Nunziatura, prima di partire per Ecatepec, la città satellite di Città del Messico dove oggi celebra la messa.

Il Pontefice si è intrattenuto a stringere le mani, benedire i presenti, accarezzare e baciare i più piccoli. "Francesco, fratello, tu sei messicano", gli scandivano in spagnolo i fedeli.

Il Papa andrà in 'papamobile' fino al campo militare "Marte", a 9 km dalla Nunziatura, da dove partirà in elicottero per Ecatepec, sobborgo di Città del Messico a circa 30 km di distanza.

Aggiornamento - Papa Francesco è partito in elicottero da Città del Messico per Ecatepec, la città-satellite della capitale, a circa 30 km di distanza, dove oggi celebra la messa nell'area del Centro Studi, capace di accogliere 400 mila persone.

Ecatepec, oltre un milione 700 mila abitanti, è un sobborgo in cui la maggior parte degli abitanti sono pendolari di Città del Messico, la cui metropolitana è stata prolungata fino a Ecatepec.

Sede di diocesi, è stata scelta come tappa dell'itinerario papale anche perché mai visitata prima dai Pontefici nei precedenti viaggi in Messico. Ecatepec è anche il secondo distretto più popolato del Paese, una gigantesca area segnata dalla marginalità urbana, ed è la terra della 'Santa Muerte'.

Rappresenta infatti il bastione della setta adorata dai sicari e signori dei narcos, e che venera l'immagine della morte nelle fattezze di uno scheletro coronato e vestito di seta e con la falce in mano: alla quale i devoti, diffusi appunto nel mondo della criminalità, fanno offerte di ogni tipo, fiori, denaro, tequila, birra, sigarette.

Aggiornamento - Oltre 300 mila persone attendono papa Francesco nell'area del Centro di Studi superiori, a Ecatepec, dove il Pontefice celebrerà oggi la messa.

Il Papa, atterrato in elicottero nella città-satellite alla periferia della capitale messicana, percorre in 'papamobile' aperta ora le strade verso l'area della messa, salutato festosamente dalla folla ai lati del suo percorso. Con il Papa sulla 'jeep', il vescovo di Ecatepec, mons. Oscar Roberto Dominguez Couttolenc.

L'orario della messa, le 11.30 locali (le 18.30 in Svizzera), è stato fissato nella tarda mattinata per far sì che la folla dei partecipanti non dovesse trascorrere la notte nell'area, dove le temperature notturne si abbassano sensibilmente a causa in particolare dell'altitudine, oltre duemila metri sopra il livello del mare. 

Aggiornamento - Una delle "tentazioni del cristiano" che "cercano di degradare e di degradarci" è "la ricchezza, impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per 'i mieì". Lo ha detto Papa Francesco nella messa a Ecatepec, in Messico. "È procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui", ha denunciato.

Nell'omelia papa Francesco ha invitato ad "aprire gli occhi di fronte a tante ingiustizie che attentano direttamente al sogno e al progetto di Dio" e a "smascherare quelle tre grandi forme di tentazione che rompono, dividono l'immagine che Dio ha voluto plasmare": le "tre tentazioni di Cristo", le "tre tentazioni del cristiano che cercano di rovinare la verità alla quale siamo stati chiamati", le "tre tentazioni che cercano di degradare e di degradarci" e che ha indicato nella "ricchezza", la "vanità" e l'"orgoglio".

La ricchezza, ha detto, "impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per 'i mieì. È procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui. Quella ricchezza che è il pane che sa di dolore, di amarezza, di sofferenza. In una famiglia o in una società corrotta è il pane che si dà da mangiare ai propri figli".

La vanità, cioè "quella ricerca di prestigio basata sulla squalifica continua e costante di quelli che 'non sono nessunò. La ricerca esasperata di quei cinque minuti di fama che non perdona la 'famà degli altri". Infine l'orgoglio, "ossia il porsi su un piano di superiorità di qualunque tipo, sentendo che non si condivide la 'vita dei comuni mortalì e pregando tutti i giorni: 'Grazie Signore perché non mi hai fatto come lorò".

Sono, ha ribadito Bergoglio, le "tre tentazioni che cercano di degradare, di distruggere e di togliere la gioia e la freschezza del Vangelo. Che ci chiudono in un cerchio di distruzione e di peccato".

Francesco ha invitato dunque a "domandarci: fino a che punto siamo consapevoli di queste tentazioni nella nostra persona, in noi stessi? Fino a che punto ci siamo abituati a uno stile di vita che pensa che nella ricchezza, nella vanità e nell'orgoglio stanno la fonte e la forza della vita? Fino a che punto crediamo che il prenderci cura dell'altro, il nostro preoccuparci e occuparci per il pane, il buon nome e la dignità degli altri sono fonti di gioia e di speranza?".

"Abbiamo scelto Gesù e non il demonio - ha aggiunto -; vogliamo seguire le sue orme, ma sappiamo che non è facile. Sappiamo che cosa significa essere sedotti dal denaro, dalla fama e dal potere".

Aggiornamento 21.00 - Ventidue anni dopo la rivolta armata indigena 'zapatista' guidata dal Comandante Marcos, il Chiapas rimane lo stato più povero del Messico. Domani sarà al centro del terzo giorno della visita nel paese del Papa, con tappe a San Cristobal de Las Casas e Tuxtla Gutierrez.

Nella prima città Bergoglio affronterà in particolare il tema degli indios, nel secondo quello dei valori della famiglia.

Proprio per vedere da vicino il Papa giunto dall'Argentina sono tante le famiglie di pellegrini che in questi giorni hanno affrontato il viaggio verso terra messicana, provenienti spesso dai paesi centroamericani, in primo luogo Guatemala, paese alla frontiera con lo stato, oltre a Honduras e El Salvador.

Il Chiapas rappresenta d'altronde la 'porta d'ingresso' per i tanti di 'migrantes' dell'America Centrale che cercano di attraversare il Messico per raggiungere l'ambita meta degli Stati Uniti. E che spesso sono vittime della tratta, uno dei tanti 'business' del narcotraffico.

In un paese dove l'82% della popolazione è cattolica, in Chiapas tale dato cala in modo significativo (58% della popolazione). È quindi lo stato meno cattolico dell'intera nazione e nel suo territorio, nell'area di San Cristobal, sono d'altra parte stati costruiti quattro templi di diverse correnti musulmani.

A livello nazionale, la percentuale di malnutrizione nelle popolazioni indigene è circa il doppio della media e gran parte degli indios messicani, molti dei quali in Chiapas, non ha d'altra parte accesso ad almeno uno dei servizi di base (acqua corrente, fogne, elettricità, combustibile).

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