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EcologiaUno spinello ha un impatto ecologico maggiore di una tazza di caffè

30.05.23 - 11:00
Quali conseguenze ecologiche hanno le sostanze illegali come la cannabis, la cocaina e l’ecstasy?
Pixabay
La coltivazione di cannabis mette a rischio l‘ecosistema del Marocco settentrionale.
La coltivazione di cannabis mette a rischio l‘ecosistema del Marocco settentrionale.
Uno spinello ha un impatto ecologico maggiore di una tazza di caffè
Quali conseguenze ecologiche hanno le sostanze illegali come la cannabis, la cocaina e l’ecstasy?
Una panoramica sull’eco bilancio delle tre droghe più gettonate dagli svizzeri.

Il 32 per cento della popolazione svizzera tra i 15 e i 59 anni ha già consumato cannabis almeno una volta. Per la cocaina il dato si attesta a quasi il 7 per cento mentre per l’ecstasy al 6 per cento. Queste tre sostanze illegali sono quindi le droghe più gettonate dagli svizzeri e il loro consumo cresce costantemente.

Il consumo di queste sostanze non comporta solo rischi per la salute ma anche conseguenze ecologiche. Nel 2022, le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto che mostra come il loro impatto sull’ambiente, se confrontato con quello dell’agricoltura legale, è relativamente ridotto ma non va comunque sottovalutato, soprattutto nelle regioni rurali.

Che impatto hanno concretamente cannabis, cocaina ed ecstasy? Una panoramica.

 

Cannabis: pericolo per la biodiversità

Attualmente, circa il 70 per cento della cannabis sul mercato europeo proviene dal Marocco. La zona di coltivazione più importante del Paese è situata sul versante settentrionale della zona montuosa del Rif. Le Nazioni Unite riferiscono che la coltivazione intensiva ha trasformato l’area del Rif nel maggiore utilizzatore di pesticidi di tutto il Marocco. L’impatto sulle acque e sul suolo non è chiaro ma è invece certo che la coltivazione avviene in monocoltura. La pressione esercitata sul fragile ecosistema della regione è quindi sempre maggiore. Le Nazioni Unite parlano di disboscamenti, scarsità d’acqua e diminuzione della biodiversità.

La piattaforma scientifica Mongabay scrive che tra le conseguenze della coltivazione di cannabis si trovano soprattutto l’inquinamento dell’acqua potabile e il disboscamento delle foreste. In Paraguay, la superficie della foresta atlantica è diminuita a un quarto della sua dimensione originale anche a causa della produzione di cannabis. In Madagascar, la riserva nazionale protetta di Tsaratanana combatte contro la coltivazione illegale di cannabis che accelera il disboscamento e minaccia la biodiversità.

Mentre le coltivazioni outdoor in Paraguay, Madagascar e Marocco mettono a rischio soprattutto gli ecosistemi locali, le coltivazioni indoor sono dannose soprattutto a causa dell’immenso consumo di energia: secondo le Nazioni Unite, la coltivazione indoor consuma da sedici a cento volte più energia rispetto a quella outdoor. Uno spinello con cannabis indoor ha quindi un’impronta di CO2 maggiore rispetto a una tazza di caffè.

 

Cocaina: disboscamento della foresta pluviale

Secondo le Nazioni Unite, l’impronta del CO2 della cocaina è trenta volte maggiore a quella del cacao e 2600 volte maggiore a quella dello zucchero. Non sono però solo le emissioni a riflettersi negativamente sul bilancio ecologico di questa droga: il disboscamento della foresta pluviale e l’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria con sostanze chimiche tossiche sono un ulteriore importante fattore.

La cocaina viene prodotta soprattutto in Bolivia, Columbia e Perù. Queste tre nazioni sudamericane fanno parte dei Paesi con la maggiore biodiversità a livello mondiale. Il primo passo nella produzione della cocaina è la coltivazione delle piante di coca. Queste piante necessitano di molto spazio. Alcuni studi effettuati in Colombia mostrano che l’impatto ambientale maggiore è causato dallo sfruttamento dei boschi come superficie di coltivazione per le piante di coca. Dal 2001, in questo Paese sudamericano sono stati disboscati più di 300 000 ettari di bosco per far spazio alle piantagioni di coca, ossia una superficie due volte maggiore rispetto a quella del Canton Zurigo. Il bosco costituisce però lo spazio vitale di numerose specie di piante e animali e contribuisce in maniera vitale allo smaltimento della CO2 nell’atmosfera.

Nella fase di produzione successiva, le piante di coca vengono trattate in laboratorio con sostanze chimiche come ammoniaca, acetone e acido cloridrico. Gli scienziati stimano che milioni e milioni di litri di queste sostanze finiscono nel suolo e nei fiumi con conseguenze devastanti per la flora e la fauna: secondo un rapporto dell’UE, nei fiumi inquinati con queste sostanze non vivono più né piante né animali.

A livello mondiale, viene attualmente prodotta una quantità di cocaina mai vista prima. Gli svizzeri sono tra i primi della classifica nel consumo di questa sostanza.

 

Ecstasy: una quantità immensa di rifiuti chimici

Una materia prima importante nella produzione di ecstasy è il safrolo, un estratto oleoso che viene ricavato dagli alberi di sassofrasso o di Mreah Prew Phnom. Quest’ultimo cresce in alcune zone dell’America e in Cambogia.

Per ottenere l’olio, l’albero deve essere abbattuto e le radici devono essere macinate e in seguito cotte sul fuoco. Per ogni albero di sassofrasso abbattuto, devono essere abbattuti altri sei alberi da usare come legna da ardere. Gli esperti di biodiversità avvertono: se la produzione in Cambogia continuerà a questo ritmo, quest’albero in via di estinzione potrebbe scomparire nel giro di cinque anni. Nonostante il governo della Cambogia abbia proibito l’abbattimento di questi alberi già ben vent’anni fa, la produzione di safrolo cresce costantemente.

Nella fase successiva, l‘ecstasy vera e propria viene prodotta in laboratorio. Per la produzione vengono impiegate sostanze chimiche tossiche come idrossido di sodio, acido cloridrico e acetone. Secondo le stime dell’istituto olandese di ricerca sulle acque (KWR), nel 2017 circa 7000 tonnellate di queste sostanze sono state abbandonate illegalmente in barili o riversate nel suolo e nei fiumi. Per ogni chilo di ecstasy vengono prodotti dai 5 ai 30 chili di rifiuti tossici.

Olanda e Belgio fanno parte delle più importanti nazioni di produzione a livello mondiale. Negli ultimi anni, Thailandia, Laos e Myanmar hanno però guadagnato terreno. I rappresentanti delle Nazioni Unite parlano di una «catastrofe per l’ambiente e la salute».

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COMMENTI
 

siamointanti 10 mesi fa su tio
Ecologia...... grande parolona. Mi aspetto volentieri un articolo con il medesimo stile sulle piantagioni di soia. Ma probabilmente non arriverà mai....

sirio 10 mesi fa su tio
Ma quale impatto ecologico! Meglio un semplice spinello che una mare di psicofarmaci chimici!

Nakupenda 10 mesi fa su tio
Ma chi se ne frega? Che impatto ambientale ha l’energia utilizzata da Tio per scrivere delle notizie totalmente inutili?

JackezTCrz 10 mesi fa su tio
Un avocado ha molto più impatto..

s1 10 mesi fa su tio
Studio risibile

OrsoTI 10 mesi fa su tio
Lo Spinello! Ahahhahaha. Una pianta che se butti un seme in una rotonda nasce, cresce e muore da Sola. Ma che impatto avrebbe scusate. Ahahahah

mestesso 10 mesi fa su tio
Risposta a OrsoTI
Vodo che non hai mai visto una coltivazione intensiva.

Don Quijote 10 mesi fa su tio
Questi studi servono solo ai media per diversificare le varie castronerie quotidiane che ci propinano. Ci sono problemi ambientali enormi per i quali abbiamo soluzioni e non si vuole agire per convenienza. Continuo a usare il pratico sacchetto in plastica che paghiamo 5 centesimi per salvare il mondo, pesa 1grammo e ci metto dentro 1kg di merci di cui 500 grammi sono imballaggio, e qua viene chiamato alla cassa l'utente finale con la tassa sul sacco, e per finire con la ciliegia sulla torta dobbiamo respirare l'aria dell"inceneritore. Risultato, le tasse non eliminano i rifiuti, diventano perfino un business da incentivare piuttosto che eliminare il problema alla fonte. Il tutto secondo quel principio demenziale "chi inquina paga", solo uomini sterile di cervello può sostenere questa scemenza, eppure la ripetono come pappagalli tutti i giorni.

Koblet69 10 mesi fa su tio
beh..più che giustificarne l'illegalità questi studi vanno bene per gli ecoterroristi consumatori più che altro di canne(nn tutti ovviamente). ad ognuno la propria coscenza quindi...

OrsoTI 10 mesi fa su tio
Basta legalizzarla. Lo sapete che la canapa pulisce il terreno come metalli pesanti? Lo sapete che 100 anni fa in ticino si coltivava canapa e tabacco? Lo sapete che la canapa è una pianta di cui non si butta nulla? Meglio La plastica vero?:) poi ricordatevi che la canapa fa meno Male dell’alcol e porta molto meno dipendenza che la nicotina e le pasticchette che usate per dormire e per l’ansia. Ma stranamente non è legale….

F/A-19 10 mesi fa su tio
Risposta a OrsoTI
Appunto, basta dire che l’alcol è un veleno per il corpo ma nessuno lo sottolinea perché per tanti è un business e con le famose etichette ti vendono per esempio il vino ai prezzi che vogliono.

Pensopositivo 10 mesi fa su tio
Risposta a OrsoTI
Cannabis legale. Autocoltivazione in casa, tra il basilico e l'origano. Alcuni si intossicano con i psicofarmaci altri preferiscono la Maria che é naturale...

Buonsenso? 10 mesi fa su tio
Ma vaaaaaaaaaaaaaa...ma per indire un simile studio, quale hanno preso delle tre all ONU?

carlo56 10 mesi fa su tio
ah ecco, così ora ci sarebbe un motivo “valido” per limitarne l’uso… mentre la sola salute non era sufficiente 🤔

WildSide 10 mesi fa su tio
Ma a parte il discorso delle sostanze psicotrope! La produzione industriale di colza per produrre biodiesel é meno inquinante ? Lo stesso discorso vale per la produzione industriale di soja! La proporzione non é neanche vagamente paragonabile. Come sempre la redazione Tio fa ragionamenti lungimiranti sulle sorti del pianeta. Mi chiedo quanto consuma il server delle cavolate che scrivete?

Alf61 10 mesi fa su tio
Risposta a WildSide
😂😂😂👍

Il_Moralizzatore 10 mesi fa su tio
Qualsiasi pianta/fiore/frutto che si coltiva se si aggiungono pesticidi si va ad influenzare l'ecosistema. Se si legalizzassero le droghe e si facesse più sensibilizzazione ci sarebbe sicuramente un controllo più sicuro su di esse, ma finché farsi corrompere dalle mafie del mercato nero sarà più importante della salute del cittadino allora la vedo ancora grama. Complimenti invece ai ragazzi della Slow Weed che per il terzo anno di fila hanno vinto il primo premio per la migliore canapa (LIGHT) svizzera, grazie anche al loro pensiero incentrato su un'economia circolare e alla salvaguardia della natura. Questi si che sono esempi UTILI su come si può e si dovrebbe agire.

CJ 10 mesi fa su tio
ma uno che usa la cocaina o L'ectasy pensate che gli freghi qualcosa dalla biodiversita? Non gli importa della propia salute pensa te se gliene frega qualcosa .... studio inutile solo per foraggiare qualche professorone

Trombo 10 mesi fa su tio
Risposta a CJ
Non bisogna per forza di cose andare a parare su queste persone che sono comunque la minoranza se si vuol davvero vedere un impatto "rilevante"... Chi fuma sigarette e le butta per terra TUTTI I GIORNI, li si che bisognerebbe fare un giro di vite....

matthias87 10 mesi fa su tio
Risposta a CJ
per me ti sbagli di grosso! più che altro e chi la produce e le nazioni che non gliene frega molto.